Tweet

Il golpe al contrario di Morsi e il futuro dei movimenti egiziani

 

di PAOLO GERBAUDO

“Civil coup” o “colpo di stato civile” e’ la definizione paradossale che gli hanno dato alcuni giornalisti egiziani: una specie di golpe al contrario, quello che ha rimesso nelle mani dell’autorità civile il potere precedentemente detenuto dai militari. Il 12 Agosto il presidente eletto, l’esponente dei Fratelli Musulmani, Mohammed Morsi ha messo fine al lungo stallo nello scontro con la giunta militare succeduta a Mubarak. Approfittando dello scandalo esploso dopo il sanguinoso attacco islamista del 9 di Agosto, contro una postazione di soldati egiziani al confine tra Egitto e Israele, Morsi ha fatto fuori i due alti ufficiali che dopo la caduta di Mubarak avevano assunto de facto il ruolo di presidente e vice-presidente e che continuavano a pretendere un ruolo da co-reggenti dello Stato: il feldmareciallo Hussein Tantawi e il suo secondo Sami Anan. E per concludere la pulizia degli apparati di sicurezza nei giorni successivi ha pure licenziato il capo dei servizi segreti e quello della guardia presidenziale. Ma che cosa significa veramente la manovra di palazzo del 12 Agosto per gli equilibri della società egiziana? E quali conseguenze avrà sul futuro dei movimenti rivoluzionari di piazza Tahrir?

Non si capiscono gli scenari aperti da questo singolare “colpo di stato al contrario”, se prima non si ricorda che la rivoluzione egiziana si concluse di fatto in un colpo di stato “vero”, un golpe militare ordito da alti ufficiali dell’esercito ai danni di Hosni Mubarak costretto alle dimissioni. Come suggerito dalle ricostruzioni più accreditate, di fronte all’irruenza dell’ondata rivoluzionaria, i vertici militari decisero di sacrificare il presidente e la sua coterie (con cui per altro avevano diversi attriti) per evitare di essere anch’essi spazzati via. La sera del 28 gennaio i manifestanti accolsero come eroi i soldati schierati attorno a piazza Tahrir, nonostante nei giorni successivi quelli stessi militari sarebbero rimasti immobili a guardare mentre i manifestanti venivano massacrati dagli sgherri del regime. Ma il matrimonio tra rivoluzione e l’amato esercito si era ormai consumato. Una rivoluzione nata e cresciuta senza un leader carismatico e senza forti centri di coordinazione, si trovò così ad affidare all’esercito il ruolo di guida del processo di transizione, permettendo che personaggi pesantemente compromessi dai loro legami con la dittatura si arrogassero il titolo di  “difensori della rivoluzione del 25 gennaio”.

Per riportare stabilità e frenare l’ondata rivoluzionaria, la giunta militare succeduta a Mubarak decise di stringere un accordo con i Fratelli Musulmani, il tutto a scapito dei movimenti di Tahrir, sottoposti nei mesi successivi a una pesante ondata di repressione che e’ costata decine di morti. Ma (ed era prevedibile) l’accordo non avrebbe retto l’urto del rapido cambiamento che ha attraversato l’Egitto dopo la caduta dell’anziano rais. Di fronte all’avanzata elettorale degli islamisti prima alle elezioni parlamentari del novembre/dicembre 2011, e poi con la stretta vittoria alle presidenziali di Morsi (51%) contro Shafik (48%), il candidato di regime, lo scontro tra il cosiddetto “stato profondo” dei militari, e il nuovo stato emergente quello di stampo islamista è tornato a esplodere. La giunta militare ha continuato metodicamente a sabotare il processo di transizione, fino a arrivare, appena due giorni prima del ballottaggio per le presidenziali, allo scioglimento del parlamento, sulla base di  un cavillo giuridico, cosi come chiesto dalla corte costituzionale composta di giudici eletti a suo tempo da Hosni Mubarak. Un evento che illustra alla perfezione il paradosso del rapporto tra potere costituente e potere costituito.

Ed ecco che arriviamo alla battaglia decisiva tra islamisti e militari. A inizio luglio a pochi giorni dal suo insediamento Morsi ha cercato di revocare lo scioglimento del parlamento, ma è stato subito bloccato da una nuova sentenza della corte costituzionale. Il conflitto istituzionale tra vecchio stato e nuovo stato sembrava destinato a prolungarsi all’infinito e cominciavano a montare le critiche contro Morsi, accusato di essere un personaggio pavido e inconcludente. Ma poi è arrivato il colpo di mano dei Fratelli Musulmani che hanno utilizzato a loro favore le frizioni interne alla macchina dell’esercito egiziano, e hanno raggiunto un accordo con un gruppo di “giovani” alti ufficiali, facendo leva sul loro desiderio di fare carriera e di mettere al riparo gli enormi interessi economici dell’esercito (che valgono circa il 15% del PIL egiziano). Il dato più importante che emerge da tutta questa storia è che se la rivoluzione egiziana è stata aperta da una grande mobilitazione di piazza il suo successo e la sua gestione sono stati in due occasioni decise da manovre di palazzo. Una dimostrazione evidente dei limiti dei movimenti rivoluzionari, e  della facilità di cattura da parte degli apparati dello Stato, che dovrebbe far riflettere su future tattiche e strategie di movimento.

La manovra di palazzo che ha estromesso i militari ha riscosso successo dentro il movimento rivoluzionario, suscitando grandi festeggiamenti a piazza Tahrir. E come sorprendersene? Non erano queste forse le principali richieste della piazza durante questi lunghi mesi di transizione? Le dimissioni di Tantawi e il passaggio immediato di poteri dall’autorità’ militare ai civili? La caduta della giunta militare è una buona notizia per gli attivisti anche per un altro motivo meno evidente. Adesso che i Fratelli hanno finalmente prevalso sul vecchio regime, lo scenario del conflitto politico e sociale in Egitto diventa più leggibile per gli attivisti, e più chiara la natura dei conflitti a venire. Il potere ora è senza dubbio nelle mani dei Fratelli Musulmani, e sono loro che dovranno essere ritenuti responsabili per le azioni compiute dallo Stato egiziano. D’ora in avanti non bisognerà più dibattere ad infinitum se una certa azione repressiva e’ frutto di una decisione del nuovo governo o un colpo di coda del vecchio regime. Per i Fratelli non ci saranno più paraventi morali e non dietro i quali nascondersi. Si chiude così la fase di lotta “democratica” in cui i movimenti progressisti potevano essere alleati degli islamisti, e si profila sull’orizzonte una fase di conflitto sociale in cui gli islamisti non possono che essere sul fronte opposto.

Per capire quali forme prenderanno i nuovi conflitti nella società egiziana bisogna prima stabilire che cosa effettivamente faranno i Fratelli con tutto il potere che sono riusciti a conquistare, specie in una fase in cui il presidente detiene sia il potere esecutivo che quello legislativo? Per gli osservatori di destra ma pure per molti nella sinistra nostalgica, quelli che, per intenderci, hanno pianto la caduta del “compagno” Gheddafi, siamo di fronte ad una ripetizione della rivoluzione iraniana. L’Egitto verrà presto monopolizzato dagli Islamisti, e ogni parvenza di pluralismo e libertà verrà velocemente eliminato. Molti dubitano delle credenziali democratiche di Morsi e degli “ikhwan” e adducono come prova le promesse non mantenute, come quella secondo cui la Fratellanza non avrebbe presentato nessun candidato alle elezioni presidenziali, o quella più recente, e anch’essa rimasta lettera morta, di nominare una donna e un cristiano come suoi vicepresidenti, per garantire i diritti delle minoranza.

Certo ci sono buone ragioni per temere i Fratelli Musulmani al governo, come del resto sempre c’è da temere da qualsiasi organizzazione di stampo religioso fondamentalista al potere, che si tratti dei Fratelli Musulmani o di Comunione e Liberazione. Ma da qui a pensare che l’Egitto si troverà presto sotto una nuova dittatura, senza nessuno spazio di agibilità per i movimenti sociali, come in molti temono, significa ignorare la specificità dell’Egitto rispetto all’Iran e il fatto che gli islamisti sono almeno in questa fase interessati soprattutto alla stabilità. La democrazia elettorale si e’ dimostrata un mezzo formidabile per i Fratelli cosi come per i salafisti (che nelle parlamentari dell’anno scorso hanno preso il 25% dei seggi) per conquistare il potere. E al tempo stesso si e’ pure rivelata uno strumento formidabile per lo Stato egiziano per reintegrare gli islamisti a lungo vissuti nella clandestinità. Vale la pena notare, a tale proposito, che fatta eccezione per gli incidenti avvenuti nel Sinai, in questo anno e mezzo di post-rivoluzione, non ci sono stati attentati islamisti (nonostante molti li mettessero in conto), e che gruppi con un passato terroristico come Gamaa al-Islamiyya hanno deciso di chiudere definitivamente la fase della lotta armata e di dedicarsi interamente al gioco elettorale. L’islamismo egiziano si e’ dimostrato fino a questo punto perfettamente capace di adattarsi alle regole della liberaldemocrazia, perché mai dovrebbe voltarle le spalle, visti gli enormi rischi, a partire dalla relazione con gli Stati Uniti, che ne conseguirebbero?

Il nuovo scenario “democratico” apre per i movimenti sociali scenari completamente diversi da quelli che hanno caratterizzato la dittatura dello stato nasserista in tutte le sue complesse evoluzioni. C’è chi come Ahmed Maher, il leader del 6 Aprile, organizzazione chiave durante la rivoluzione dei 18 giorni, ha deciso di siglare un accordo di non-belligeranza con i Fratelli, dichiarando che “bisogna dare tempo al nuovo presidente”. Ma ampie fette di movimento, dopo la caduta delle principali vestigia del vecchio regime, stanno lavorando a preparare l’opposizione sociale contro gli islamisti al potere. Il primo terreno di scontro sarà l’economia. Gli islamisti al governo hanno in serbo un programma di “liberalizzazioni” dell’economia egiziana che rischiano di esacerbare ulteriormente la pesante situazione di ineguaglianza nel paese e di riaccendere le mobilitazioni di impiegati e operai. C’e’ poi il problema dell’autoritarismo religioso e dei diritti delle donne e delle minoranze che gli islamisti sono determinati a calpestare. Ultimo triste episodio le accuse di “satanismo” lanciate da esponenti degli “ikhwan” ai fan di gruppi metal, che ricorda tristemente da vicino il caso degli “emo” iracheni sottoposti a una violenta campagna di persecuzione. Su queste e molte altre questioni non c’e’ alcun dubbio che per i movimenti laici che sono stati i primi fautori della rivoluzione del 25 gennaio i Fratelli Musulmani rappresentano il nemico. Quantomeno il colpo di stato civile del 12 Agosto ha sgomberato il campo dall’altro grande nemico del movimento: il vecchio regime. Adesso ci si potra’ concentrare meglio sul nuovo nemico: il nuovo regime islamista e le sue politiche neoliberali.

 

 

 

Comments are closed.

Cialis 5 mg senza ricetta Cialis 5 mg effetti collaterali Cialis 20mg in vendita Acquistare Cialis originale in Svizzera Acquistare Viagra senza ricetta in Svizzera Acquista Cialis generico 10mg Acquista Viagra generico in farmacia online Costo di Cialis 5mg Dónde comprar Reduslim online Comprare Spedra Avanafil senza ricetta online Acquista Viagra in Svizzera senza prescrizione precio Cialis 5 mg Dónde comprar Viagra Contrareembolso oferta Cialis 5 mg Ordina viagra Cialis 5 mg efectos secundarios Reduslim funciona soluciones para la impotencia Sildenafil avanafil prezzo cialis 20 mg prezzo cialis effetti benefici cialis 10 mg Reduslim Kaufen method man snoop dogg spedra buy cialis orgeneric tadalafil купить дипломы о высшем купить диплом университета http://rdiplomik24.com купить диплом техникума купить диплом специалиста http://diplomy-originaly.com купить диплом купить диплом автомеханика http://diplomyland.com купить свидетельство о рождении купить диплом кандидата наук http://diplomsagroups.com купить диплом кандидата наук купить диплом кандидата наук https://gosznac-diploma.com/ купить диплом вуза где купить диплом купить диплом с занесением в реестр реально купить диплом занесенный реестр купить аттестат за 11 класс купить диплом университета купить диплом о высшем образовании реестр купить диплом о среднем специальном https://russian-diplom.com купить диплом с внесением в реестр купить диплом университета http://rudiplomirovanie.com купить диплом занесенный реестр купить аттестат купить диплом фармацевта купить диплом с реестром купить диплом о высшем образовании https://premiums-diploms.com где купить диплом с реестром купить диплом кандидата наук http://russdiplomiki.com купить диплом без реестра купить аттестат за 11 класс https://diplomansy.com купить диплом колледжа с занесением в реестр купить диплом колледжа https://diploms-asx.com купить диплом с внесением в реестр купить диплом о высшем образовании https://diploms-asx.com купить диплом пту с занесением в реестр купить диплом ссср http://free-diplommi.com купить настоящий диплом реестр купить диплом колледжа купить дипломы о высшем купить диплом реестром москве купить свидетельство о браке купить диплом в москве купить диплом с внесением в реестр купить аттестат за 11 класс купить диплом бакалавра купить диплом с внесением в реестр купить диплом нового образца купить диплом магистра где купить диплом с реестром купить аттестат за 11 класс https://originality-diplomany.com купить диплом медсестры с занесением в реестр купить диплом ссср https://premialnie-diplomas.ru купить диплом с реестром цена купить диплом о высшем образовании https://diplomsy-landsy24.ru/ купить диплом колледжа с занесением в реестр купить диплом о среднем образовании http://diploms-service.com купить диплом с занесением в реестр реально купить свидетельство о рождении https://kyc-diplom.com купить диплом с внесением в реестр купить свидетельство о рождении купить диплом бакалавра купить диплом с реестром купить аттестат за 9 класс купить диплом вуза купить диплом врача с занесением в реестр купить диплом автомеханика https://diplomy-grup24.com/ купить диплом с проводкой купить диплом о среднем образовании купить диплом о среднем техническом образовании купить диплом с реестром цена москва