Dentro/contro il diritto sovrano
di ANTONIO NEGRI – a cura di GIUSEPPE ALLEGRI
“Il governo sovrano sul terreno nazionale non funziona più da decenni: per ristabilire un’effettività si affida allora a procedure di governance. Ma anche questo è insufficiente – lo stesso governo locale esige ormai qualcosa che vada al di là di uno Stato territoriale, qualcosa che sostituisca l’esclusività sovrana che lo Stato-nazione possedeva altrimenti. E quindi le forme di sovranità e di normatività che si producono non rispondono più a criteri di esclusività e di gerarchia; piuttosto troviamo delle procedure di governance che si determinano di volta in volta. Con capacità di innovazione costituente? Può essere immaginata la governance come capacità di creare potenze costituenti? È questa la questione su cui ragionare. Di contro, l’istituzionalismo pensato dentro la sovranità non ha più senso; come del resto non hanno più senso tutte le alternative normativiste e gerarchico-piramidali, tanto nella produzione del diritto, quanto nell’organizzazione dei poteri e nella difesa delle istituzioni. Ciò detto, siamo tuttavia consapevoli che la governance diffusa rappresenta un orizzonte tanto più oscuro quanto meno la sovranità è capace di agire; ed essa è assai frammentata: permetterà questo di trovarsi di fronte (quando ci si apra ad ipotesi innovative del diritto) ad una maggiore capacità di rivendicare autonomia, giustizia, libertà, o ad una più limitata espressione di queste? Pur mantenendo un approccio prudente nell’indagare questi meccanismi, si deve studiare la governance come pratica di trasformazione, tra comando tecnocratico, parziale inclusione nei procedimenti giuridici e spazi che si possono attraversare efficacemente da parte dell’autonomia sociale. La governance è divenuta probabilmente il terreno sul quale dobbiamo confrontarci e lottare”. Tuttavia, “i movimenti reali possono imporre nuovi paradigmi e ampie trasformazioni giuridiche solo se esprimono una grande e originale potenza autonoma di trasformazione sul piano sociale, dentro le maglie del lavoro sfruttato – piuttosto che dentro la gabbia delle norme giuridiche” (Antonio Negri nella conversazione con il curatore).
Antonio Negri, già docente di Dottrina dello stato all’Università di Padova, ha insegnato in diverse Università europee. La sua ricca produzione teorica ha avuto riconoscimenti in vari ambiti internazionali. Tra i suoi lavori più recenti: Goodbye Mr. Socialism (Feltrinelli, 2007), Fabbrica di porcellana (Feltrinelli, 2008) e, in collaborazione con Michael Hardt, Impero (Rizzoli, 2001), Moltitudine (Rizzoli, 2004) e Commonwealth (Belknap Press, 2009). Per i nostri tipi: Dall’operaio massa all’operaio sociale e Il lavoro nella costituzione.