Audio del seminario: Oltre il welfare verso il commonfare: dalla ri/produzione sociale alla rendita sociale
Al seminario internazionale di UniNomade del 3 e 4 dicembre a Milano sono interventi, tra gli altri, di Guy Standing,Carlo Vercellone, Christian Marazzi, Marco Silvestri, Montcerrat Galceran, Michael Hardt, Ugo Mattei, Giso Amendola e Costanza Margiotta. Numerosi sono stati i temi trattati e vasta e qualificata è stata la partecipazione ai due giorni di discussione.
In particolare, nella prima sessione, si è discusso il tema della possibile riappropriazione del credito e della moneta come forma di riappropriazione della rendita sociale. In un contesto in cui i mercati finanziari definiscono il potere economico e sociale del capitalismo contemporaneo, qualunque opzione alternativa non può esimersi dal porsi questo tema. Ma cosa significa “riappropriarsi del credito e della moneta”? Significa sia accedere alla moneta in modo incondizionato e continuo (basic income) che la possibilità di sperimentare forme di autogestione nell’accesso al credito: da un lato tramite pratiche di insolvenza (grazie alla proposta di estendere la possibilità di fallimento anche alle persone fisiche, e non solo alle persone giuridiche, come avviene oggi),
dall’altro tramite pratiche di gestione della moneta come possibile bene comune. In tale tematica, aleggia come uno spettro la questione dell’incompiutezza dell’Europa e il rischio di una sua implosione, come possibile fuoriuscita dittatoriale e “dall’alto” dell’attuale stato di instabilità e incapacità di governance. Il piano europeo è quindi l’unico spazio comune d’azione possibile.
Un secondo tema di fondamentale importanza (trattato nella II sessione) ha riguardato l’analisi del processo di transizione dal privato al comune, con particolare riferimento ai servizi sociali di welfare. Una volta chiarito che la proprietà privata e la proprietà pubblica (intesa come proprietà statuale) sono oggi due facce della stessa medaglia e seppur, in modo diseguale, sono entrambe elementi costitutivi del processo di valorizzazione economica attuale, la transizione al “comune” non può essere intesa come la transizione ad un terzo tipo di “proprietà”. “Comune” e “proprietà” costituiscono, insieme, un ossimoro. Tuttavia, soprattutto quando si parla di servizi sociali di base – quali sanità, istruzione, casa, mobilità/trasporto -, la tendenza dominante per opporsi alla loro privatizzazione è quella di richiederne la “proprietà pubblica”. E’ proprio necessario passare dal “pubblico” per arrivare in un secondo tempo al
“comune”? Se proprietà pubblica e proprietà privata sono comunque due ambiti di sfruttamento della cooperazione sociale oggi alla base
dell’accumulazione capitalistica, il “comune” si presenta immediatamente come “non proprietà” e come tale deve essere perseguito. La pratica femminista ci insegna che il lavoro improduttivo (riproduzione), un tempo dimenticato da tutti, si trasforma improvvisamente in lavoro produttivo. Le categorie, anche di genere, che su tali distinzioni si erano basate e sviluppate, necessitano oggi di una profonda rivisitazione. Fuori dalla logica produttivista, il tema della cura (la cura del mondo) ritorna allora come caratteristica fondante della produzione della vita sociale (comune). Va inoltre argomentare la necessità collettiva (politica) di un recupero della centralità del concetto della cura fuori dalla logica della produttività o della sovranità – che va, viceversa, smantellata.
In tal senso, sono stati discussi alcuni esempi di forme di riappropriazione della “ri/produzione sociale” e della “rendita sociale”, ovvero il frutto del “comune”.
Questa tematica porta inevitabilmente alla discussione – sviluppatesi nella III sessione – tra “comune”, “beni comuni” e “istituzioni del comune”. Qui, il diritto moderno entra in crisi, se per diritto si intende, in questa prospettiva, la regolazione della proprietà. La distinzione tra “comune”, come idea di governance e di nuova istituzione, e i “beni comuni”, come quei beni e servizi di cui si chiede il libero e gratuito accesso, diventa fondamentale. Le questioni poste sono cruciali. Non vi sono risposte preconfezionate. Come sempre, sarà la “praxis” ad indicarci il percorso più corretto. Per il momento, diventa comunque necessario
discutere, approfondire e “cercare ancora”.
Su questi tre assi si è sviluppata la discussione che ora è ascoltabile nei materiali audio qui presentati e i cui atti verranno pubblicati, quanto prima, in un testo della Collana UniNomade, Ombre Corte Editore.
Si ringraziano Czkat e San Precario per la registrazione del seminario.
Prima sessione: Analisi del rapporto “comune”, moneta, ricchezza:
Introduce: Andrea Fumagalli
Relazioni di Guy Standing (1) (2); Carlo Vercellone (1) (2).
Interventi di Christian Marazzi (Moneta e finanza) e Marco Silvestri (1) (2) (Il diritto all’insolvenza)
Seconda sessione: Analisi del rapporto “comune” /pubblico, “comune”/famiglia
Introduce: Cristina Morini
Relazioni di Michael Hardt e Montserrat Galceran (1) (2)
Workshop: “Accesso e pratiche del comune”
- Lavoro di cura e riproduzione: rapporto “comune” – famiglia (Graziella Durante); riproduzione e “lavoro di cura” (Paolo Vignola, Simona Paravagna)
- Comunità migranti: nuovi modelli possibili di mutuo soccorso? (Sandro Chignola)
- La rete come bene comune (Benedetto Vecchi)
- Sanità: esperienze di gestione e relazione con i degenti (Carlo Romagnoli 1 e 2)
- Territorio: esperienza No-Tav (Raffaele Sciortino 1 e 2) e No-Expo Milano (Luca Trada)
- Trasporto: esperienza delle battaglie sui treni regionali nell’hinterland milanese (Sos Fornace) e del ticket crossing di Genova (Paolo Vignola) e
- Casa: esperienze di lotta per la casa, co-housing, nuove pratiche dell’abitare (Comitato Casa)
- Esperienza dell’autogestione dei corsi universitari: riappropriazione del sapere (Leonardo Zannini 1 e 2)
Terza sessione: Analisi del rapporto “comune” /istituzioni
Introduce: Sandro Mezzadra
Relazione di Ugo Mattei (1) (2)
Interventi di Giso Amendola e Costanza Margiotta
La risposta di Ugo Mattei
Conclusioni finali: Andrea Fumagalli