Argomento: Capitalismo cognitivo
Manifesto Uninômade +10 >>> TATU OR NOT TATU
di UNIVERSIDADE NOMADE
A palavra revolução voltou a circular. Nas ruas, nas praças, na internet, e até mesmo nas páginas de jornal, que a olha com olhos temerosos.
Il disincanto di Ippolita e lo sboom di Facebook a Wall Street
di BENEDETTO VECCHI
Alla fine Facebook è sbarcata a Wall Street. La prima giornata di vendita delle azioni hanno fatto affluire nelle casse del social network molti miliardi di dollari.
Voltiamo pagina – Indagine sul lavoro atipico nel settore editoriale di Rete dei Redattori Precari
di REREPRE
Pubblicata sui Quaderni di San Precario nr. 2, maggio 2011
Travail, valeur et répartition dans le capitalisme cognitif
Introduzione al numero della rivista European Journal of Economic and Social Systems (2011) dedicato al tema del capitalismo cognitivo e curato da CARLO VERCELLONE e DIDIER LEBERT.
Capitalismo macchinico e plusvalore di rete: note sull’economia politica della macchina di Turing
di MATTEO PASQUINELLI
Negli anni sessanta Gilbert Simondon notò come le macchine industriali fossero già relais informazionali
Modelli di welfare e servizi sociali nella crisi sistemica del capitalismo cognitivo
di CARLO VERCELLONE
La crisi attuale é una crisi sistemica del capitalismo la cui risoluzione implica un processo di trasformazione sociale capace di ridefinire radicalmente sia le regole della distribuzione che le norme e le finalità sociali della produzione.
Avatares del clima laboral
di MARCELLA B. ZANGARO
Introducción
Desde sus inicios (y por definición) la relación entre capital y trabajo ha sido controvertida y ha tenido consecuencias diferenciales para los que nos encontramos involucrados en ella.
Murdoch, Berlusconi, il crollo di due imperi mediatici e la moltitudine in rete
di GIORGIO GRIZIOTTI
La caduta nel giro di pochi mesi dei due Rais mediatici più simbolici e politicamente influenti d’una fase trentennale al crepuscolo mi è sembrata una coincidenza significativa e felice.
Femminismo prêt à porter
di CRISTINA MORINI
Ci sono parole, come per esempio “beni comuni”, che assumono nella trasposizione mediatica e nell’uso quotidiano che ne viene indotto, un significato completamente distorto.